60X60X60X60X60X60X60X60X60X60X60X60X60

602
SESSANTA OPERE (DI GIOVANNI BAI) 
PER (I SUOI) SESSANTA ANNI

Coerentemente alla sua tradizione Museo Teo presenta una mostra di un solo giorno – una mostra che coincide con la sua inaugurazione – in uno spazio che non è abitualmente uno spazio espositivo, ma tuttavia uno spazio creativo.
Contrariamentealla sua tradizione Museo Teo presenta, invece, una mostra personale, ma si tratta di un caso eccezionale.   Anche in questo caso, però, è rispettata la tradizione secondo cui Giovanni Bai (Milano, 1952) – fondatore con Teo Telloli nel 1990 di Museo Teo – presenta una sua mostra personale in occasione dei suoi anta tondi tondi.
Nel 1992 (40) ha inaugurato la serie Ogni scarrafone è bello a mamma soie, che ha costituito anche la mostra di chiusura della storica Galleria di Porta Ticinese: la complicità era di Gigliola Rovasino e Bianca Tosatti.
Nel 2002 (50) Brevestoria epistolare dell’arte (con una lettera di Lea Vergine), con la complicità - ovvio - di Lea Vergine, e quella altrettanto fondamentale di Grazia Chiesa, che ha messo a disposizione un altro storico spazio milanese quale lo Studio D’Ars.
Nel 2012 (60) è lo studio Pigreca – e la complicità è di Flavia Alman e Sabine Reiff – ad ospitare l’ultima fase della ricerca di Giovanni Bai dedicata al mondo dell’arte e al museo dei musei.
Kosuth/Viola e Reynolds vs Tatlin sono i lavori centrali della mostra: un ritratto di Joseph Kosuth alla maniera di Bill Viola e la statua di sir Joshua Reynolds che si confronta con la torre di Tatlin alla Royal Academyof Arts di Londra. E ancora Boccioni vs Lichtenstein, MNAC, MACBA, Louvre, Lisson,White Cube, Tate; l’omaggio ad alcuni amici scomparsi come Vedova, Paik, Restany, Laing  e al lavoro di artisti come Zhang Huan, Buren, Baselitz e Marina Abramovic;  una serie di studi della serie pictures at an exhibition e alcuni lavori inediti degli anni settanta, ottanta e novanta.    Le tecniche impiegate e i supporti sono differenti, ma l’elemento comune è la manipolazione dell’immagine fotografica (sia analogica che digitale) e dell’immagine video: sono gli ultimi sviluppi di una ricerca iniziata alla fine degli anni settanta sull’uso alternativo e delle tecnologie e sulle interferenze che possono nascere da un loro uso programmaticamente inopportuno; senza tralasciare l’intervento della manualità.
La mostra 602è ospitata dallo studio Pigreca, una società con un'esperienza ventennale nei settori della comunicazione, specializzata nell'edutainment (educazione + intrattenimento), animata da Flavia Alman e Sabine Reiff, artiste e ricercatrici di idee nell’era degli ipertesti,  sempre sospinte dall’evoluzione informatica.
Aggiungendo così un altro tassello a quella grande opera d’arte in continua trasformazione che è Museo Teo…  Per l’occasione sarà  pubblicato il numero 31 di Museo Teo artfanzine.
GIOVANNI BAI: 602
PIGRECA
VIA TORRICELLI 30  MILANO
SABATO 24 MARZO 2012
DALLE 17 ALLE 21
 Kosuth/Viola, Milano 2011

Reynolds vs Tatlin, London 2012

Boccioni vs Lichtenstein, London 2012

 Marina Abramovic, Venezia 1997

Emilio Vedova, Venezia 1978

Nam June Paik
(inseguito dalla moglie Shigeko Kubota,
come in una scena de I Sette Samurai)
Venezia, 1993

Dennis Hopper, Milano 1997

White Cube, London 2012

Pierre Restany, Milano 1979


Mauro Sabbione, Labirinti italiani, 1985